CARNEVALE

CARNEVALE

Ogni scherzo vale!

Semel in anno licet insanire

da un’antica espressione latina che significa “Una volta all’anno è lecito impazzire”.

Il Carnevale, l’allegra festa caratterizzata dai travestimenti in maschera, ha origini antichissime. “Carnevale” deriva dalla parola latina “carnem levare” – togliere la carne – diventato poi “carne-vale” o “carnasciale”, e indicava il banchetto con l’abolizione della carne che si teneva subito prima del digiuno quaresimale. La Quaresima è strettamente legata al giorno della Pasqua, che cade sempre la domenica dopo il primo plenilunio (giorno di luna piena) di primavera. Dalla domenica di Pasqua si arretra di 6 settimane, 5 sono di Quaresima, la settimana precedente a queste 5 è quella in cui si festeggia il Carnevale.


Il mercoledì delle Ceneri  segna l’inizio della  Quaresima.


Il Carnevale finisce di martedì, come mai a Milano e nella sua diocesi dura fino al sabato?

Questa consuetudine iniziò a Milano, quando era vescovo Sant’ Ambrogio (dal 374 al 397). I milanesi ritenevano che poichè Gesù aveva fatto 40 giorni nel deserto, la Quaresima dovesse avere più meno la stessa durata , ossia 6 settimane, da domenica a domenica. Il digiuno cominciava con la prima domenica di quaresima, e quindi si poteva far festa fino al sabato precedente, invece di terminare il martedì. I milanesi facevano solo una piccola pausa, il mercoledì delle ceneri, per poi ricominciare i festeggiamenti al giovedì. Questo scatenò sempre molte polemiche tra le altre popolazioni che non gradivano questo privilegio di Milano.

Più di mille anni dopo vi fu una tremenda epidemia di peste (1576-1577) e Milano restò chiusa, isolata , in quarantena, per tantissimo tempo. Tutti patirono la fame, perchè era proibito uscire dalla città, e all’interno delle mura non c’era abbastanza cibo per tutti. Col tempo la situazione migliorò e, finalmente, le autorità diedero il permesso di riaprire la città, proprio il mercoledì delle ceneri. I poveri milanesi si ritrovarono a dover ricominciare il digiuno di Quaresima, quando era appena finito il digiuno causato dalla peste. I milanesi desideravano fare il Carnevale, almeno gli ultimi tre giorni rimasti prima dell’inizio della Quaresima, così il vescovo di Milano Carlo Borromeo andò dal Papa, raccontò la storia della Peste, di come era stata brutta, e di come la gente avesse sofferto. Il Papa allora, Papa Gregorio XIII, commosso dal racconto, cedette, e firmò una bolla, cioè un documento, in cui si dava alla Diocesi di Milano il diritto di festeggiare il carnevale ambrosiano fino al sabato che precede la 1° domenica di quaresima. Così è ancora oggi. Il Carnevale Ambrosiano termina il sabato.


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GIORNO DEL RICORDO – 10 FEBBRAIO

giorno del ricordo 10 febbraio


“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare  e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì’ favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero” (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).


Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica

https://www.miur.gov.it/la-scuola-e-il-giorno-del-ricordo


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